Finanza personale

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Le app delle Poste su Android impongono l'accesso ai dati di utilizzo

Ora tutte le app di Poste Italiane (tranne PosteID) chiedono all'utente di condividere l'accesso ai dati di utilizzo, cioè quando e per quanto tempo usate tutte le app del telefono.
Se tale richiesta non verrà esaudita entro 3 utilizzi dell'app, verrà bloccata finché non se ne concede l'uso.
Se si segue il link "Scopri di più" si viene rimandati alla pagina generica sul sito delle Poste che spiega come difendersi dalle frodi, ma non è riportato nessun accenno di come vengono utilizzati tali dati.

DDay ha analizzato l'app ed è emerso che effettivamente viene usata una libreria terza ed i dati d'utilizzo servono a generare un fingerprint del dispositivo coerente con l'utilizzatore ed inibire accessi ed operazioni non autorizzate.
Ciò non toglie che si tratta comunque una pratica a dir poco discutibile

Dato che i dati di utilizzo sono salvati a livello di utente e non dell'intero sistema, usare Shelter o Insular (che creano un profilo di lavoro) o creare un nuovo utente sul telefono su cui installare solo le app incriminate aiuta a mitigare il problema.

https://dday.it/redazione/48955/perche-lapp-di-poste-chiede-accesso-ai-dati-del-telefono

@finanzapersonale

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Se hai già un piano isybank, da oggi entri nella tua banca anche con l’internet banking.

Dopo la prima attivazione in app, accedi anche da pc o tablet con le stesse credenziali per fare bonifici, pagare i tuoi F24 o controllare saldo e movimenti del tuo conto.

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Sottoscrivi isyPrime entro il 15 gennaio 2025: per te che hai meno di 35 anni, canone zero e l’imposta di bollo la paghiamo noi.

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La mia domanda è a fronte della recente comunicazione di ISP riguardo al passaggio a Isybank, e ho pensato che potesse essere un momento adatto per guardarsi attorno.

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L'antitrust blocca il trasferimento dei conti Intesa Sanpaolo ad Isybank

@finanzapersonale

L'AGCM con un provvedimento cautelare blocca l'operazione imponendo a ISP entro 10 giorni di dare possibilità a chi è stato trasferito di tornare al conto precedente; e chi non lo è ancora di chiedere un consenso esplicito per poter migrare su Isybank

https://dday.it/redazione/47693/trasferimento-a-isybank-lantitrust-blocca-tutto-anche-i-clienti-trasferiti-possono-tornare-a-intesa-sanpaolo

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Esistono conti / banche che NON necessitano obbligatoriamente dell' app per accedere ai servizi online?

@finanzapersonale@feddit.it

Sembra che tutte le banche italiane obblighino ad avere l'app installata per fare qualsiasi cosa, pure per generare il token di accesso (giustissimo per la sicurezza) per visualizzare il sito web.

E se volessi accedere ai servizi online senza avere l'app sotto mano? Come già si può fare con PayPal che ti manda il token via SMS o chiamata oltre che via app.

Esistono conti che ti permettono di accedere ai servizi web senza generare il codice da app? (Ma con altri sistemi ovviamente)

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Intesa Sanpaolo S.p.A. e di Isybank S.p.A., la banca digitale del gruppo Intesa Sanpaolo, con riferimento alla cessione di diverse centinaia di migliaia di correntisti da Intesa Sanpaolo a Isybank.

All’Autorità sono infatti pervenute circa 2.000 segnalazioni relative al piano di cessione che prevede il trasferimento di clienti che Intesa Sanpaolo definisce, nella comunicazione a loro inviata, come “prevalentemente digitali”, ossia i clienti che “hanno familiarità con i servizi e i canali digitali, nonché i clienti consumatori che, in ogni caso, fanno un utilizzo nullo o limitato della filiale”. Nello stesso documento ai clienti è stata data la mera facoltà di dichiararsi “non prevalentemente digitali”. Sotto la lente dell’Antitrust sono finite le modalità con cui le due società hanno comunicato e realizzato il trasferimento.

*Secondo l’Autorità la comunicazione inviata ai correntisti coinvolti nel trasferimento appare ambigua e diffusa con modalità che non sembrano coerenti con l’importanza della questione trattata. I consumatori hanno lamentato che la comunicazione è stata recapitata nell’internet banking o nell’app di Intesa Sanpaolo senza alcuna particolare evidenza e in un periodo dell’anno in gran parte coincidente con le ferie estive. Pertanto, i correntisti non avrebbero avuto piena contezza del trasferimento del proprio conto presso un altro operatore e anzi spesso ne sono venuti a conoscenza soltanto dopo la data ultima fissata da Intesa Sanpaolo per poter esprimere il proprio diniego al passaggio. La stessa facoltà di opporsi al trasferimento risulta non esser stata indicata con sufficiente chiarezza."

Inoltre, il passaggio al nuovo operatore bancario comporterebbe importanti modifiche delle condizioni contrattuali in essere con Intesa Sanpaolo e delle modalità di fruizione del servizio: non ci saranno sportelli fisici cui rivolgersi, essendo un operatore completamente digitale con cui si potrà interagire soltanto attraverso smartphone e non anche tramite browser del proprio personal computer come invece avveniva con Intesa Sanpaolo; mancheranno alcune funzionalità e servizi (ad esempio, le cosiddette carte virtuali) presenti in Intesa Sanpaolo e assenti in Isybank. Secondo l’Autorità ciò comporterebbe, almeno per alcuni correntisti, un aumento dei costi di tenuta del conto.

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Se siete correntisti Intesa Sanpaolo potreste essere trasferiti forzatamente su Isybank il prossimo anno

@finanzapersonale

Fate un controllo nel vostro archivio, se trovate una proposta unilaterale di modifica del contratto nel periodo di metà luglio, sono brutte notizie: il vostro c/c verrà trasferito presso la nuova banca virtuale Isybank.
La cosa peggiore è che la modifica è stata notificata in maniera praticamente silenziosa, comparendo in archivio senza nessun altro avviso, e il termine ultimo per potersi opporre al trasferimento era a fine settembre, già passato da un pezzo.

Moar info:
https://dday.it/redazione/47148/clienti-intesa-sanpaolo-trasferiti-forzatamente-a-isybank-clienti-sorpresi-e-inferociti

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Come da titolo volevo investire qualche risparmio in un fondo ETF, e al di la del fondo mi chiedevo che piattaforma era meglio usare: uso da qualche tempo Directa, ma dando un occhiata ai volumi giornalieri dei fondi piu' "famosi", questi sembrano bassissimi, molti sotto i 100k!!

Ora premesso che so che gli ETF sono scambiati diversamente e che il volume non causa direttamente problemi di liquidita', ma gli italiani che investono in ETF dove li acquistano? Avevo dato per scontato che Directa fosse quella piu' quotata ma evidentemente mi sbaglio....

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M50 sposato con F(<3) e 2 figli<12 anni, nord Italia, monoreddito in lavoro pubblico full time in it con 30k RAL , casa di "proprietà" con mutuo (interesse completamente pagato dall'ente pubblico come giovane coppia ahime' di allora) a 25 min da ufficio, seconda proprieta' per vacanza in montagna libera, 2 auto vecchie e circa 100k di mobile (tra deposito, ETF e fondi). Tracking delle spese continuo per review spesa e capacita' di risparmio mensile che non indico per non generare domande stupite. Ho avuto possibilità di carriera sempre declinata per l'aziendalismo implicito e dando un giudizio strettamente personale ritengo di aver fatto bene: sono circondato da colleghi con RAL piu' alte delle mie, fortemente stressati e non invidiabili ai miei occhi. Mi ritengo una persona fortunata perche' con costanza e metodo pur avendo income limitato riesco a mantenere una qualita' di vita a mio parere ottima; tutti in buona salute (che non dipende da me) e 4 settimane di vacanze al mare al sud (certo non in agosto), 1 giornata di lavoro agile ed a casa alle 16:15 per poter vivere in famiglia.Non credo alla bufala della qualita' del tempo usata da persone che si nascondono dietro ad un dito, ma alla quantita' (sto pensando al tempo passato con i figli). Nel medesimo sub su Reddit spesso si parla di RAL fantasmagoriche, ma non del tempo vita e qualità collegata ...od io non l'ho percepito. Ora per la prima volta nella vita alla ricezione della mail per la trasformazione del rapporto di lavoro da full time a part time ho stampato moduli e documentazione. La mia idea e' di passare da 36 ore a 24 ore settimanali perche' 4gg free + 3gg lavoro lo trovo come una ottima risposta al non vivere per lavorare. Cercando di fare una autoanalisi dei poveri penso sia tutto legato all'eta' ed alle conseguenze del periodo COVID, e penso di dovermi dare una chance di almeno 1 anno. Nessun progetto strutturato di come usare le due giornate libere in piu' anche se famiglia,hobby ed un cambio di stile di vita sono sullo sfondo. Qui la tabella compilata grazie ad un modello fornito dalla amministrazione utile alla consapevolezza della diminuzione del reddito. Vorrei sapere se qualcuno abbia intrapreso questo percorso e se ci siano consigli utili. Cosa ne pensate?

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submitted 1 year ago* (last edited 1 year ago) by iam0day@feddit.it to c/finanzapersonale@feddit.it
 
 

Lo scenario attuale:

  • Approfittiamo dei recenti cambiamenti commerciali avvenuti nei vari servizi, inclusi quelli freschi di annuncio da Disney+, per fare un riepilogo dei costi. Prima di cominciare, ristabiliamo le regole del gioco: parliamo solo dei servizi principali di streaming (escludendo Sky ma includendo la sua costola Now; teniamo inoltre esclusi i provider aggregatori tipo TIMVISION), al netto delle eventuali promozioni del momento, senza considerare le possibilità di condivisione (sempre più difficili nonché costose) né gli altri costi accessori come la connessione online. Dove disponibili, saranno considerati sia i costi mensili sia gli annuali (o i mensili con vincolo annuo di permanenza).

Rispetto alla scorsa volta, tuttavia, voglio considerare tre scenari: uno in cui si vogliono vedere solo film e serie TV (più un po’ di intrattenimento), senza sport al prezzo più basso possibile, l’altro in cui invece si vuole proprio tutto – o quasi – alla migliore qualità, il terzo finale dedicato a chi vuole solo lo sport con prevalenza per il calcio.

Primo scenario: Film e serie TV

  • Qui le piattaforme da considerare sono idealmente le seguenti: Amazon Prime Video, Apple TV+, Discovery+, Disney+, Netflix, Now e Paramount+. Il primo ha un costo di 4,99€ al mese o 49,99€ l’anno, all’interno del ben più ricco abbonamento Prime, senza pubblicità, con 4K e tre visioni massime contemporanee in casa. Per Apple parliamo di 6,99€ mensili o 69,99€ annui, anche qui 4K e privo di pubblicità. Per Discovery, il piano base con pubblicità costa 1,99€ al mese o 19,90€ l’anno. Disney+ da novembre avrà il nuovo piano Standard con pubblicità, al prezzo di 5,99€ al mese e fino al Full HD (due visioni simultanee).
  • Stesse condizioni tecniche di Netflix Standard con pubblicità, che però mensilmente costa 5,49€. Con Now, che include pure alcuni canali lineari dell’offerta Sky, parliamo di 14,99€ al mese per cinema e serie. Infine, Paramount+ a 7,99€ al mese o 79,90€ l’anno; non si va oltre il Full HD e niente visioni contemporanee, ma zero pubblicità (nota a margine, i prezzi negli USA aumenteranno entro l’anno e non è impossibile che si propaghi pure qui la cosa, insieme all’arrivo del piano più economico con pubblicità che nel mercato americano è già attivo). Mettiamo in moto la calcolatrice: totale al mese di 48,43€, che possono scendere a circa 44,79€ ammortizzando con gli annuali dove possibile.

Secondo scenario: tutto al meglio

  • Secondo scenario, dove si vuole tutto e alla massima qualità. Qui entrano in gioco i piani premium o full dei diversi servizi e si aggiunge DAZN. Per Amazon ed Apple abbiamo già tutto, non essendoci piani aggiuntivi. DAZN, prossima per alfabeto nella lista, col suo piano Plus (due dispositivi contemporanei a prescindere dal luogo) ha un costo di 55.99€ al mese con facoltà di disdetta in ogni momento, 45,99€ con vincolo di 12 mesi o 449€ all’anno in soluzione unica. Discovery+ nel suo piano massimo senza pubblicità e coi canali Eurosport inclusi costa 7,99€ al mese o 69,90€ l’anno. Disney+ Premium da novembre, con 4K, nessuna pubblicità e 4 dispositivi simultanei, verrà 11,99€ mensili o 119,90€ annui. Netflix Premium, con analoghe caratteristiche tecniche, è proposto a 17,99€ al mese. Now completo con lo sport è proposto a 29,99€ al mese, che diventano 19,99€ con un vincolo annuo. Per Paramount+ vale il discorso già fatto per Amazon ed Apple, essendoci un piano singolo. Riprendiamo di nuovo la calcolatrice: totale mensile ben 143,92€, che possono essere ridotti a 107,88€ ricorrendo alle ammortizzazioni annuali dove disponibili.

Terzo scenario: Calcio

  • Infine, il terzo scenario calcistico. Guardando esclusivamente alla stagione che sta iniziando, qui consideriamo Amazon Prime Video, DAZN e Mediaset Infinity+ (Now offre molto di più ma ha pure costi maggiori). Per il primo, che offre una partita di Champions League a turno, sappiamo già il costo. Per DAZN, con Serie A, B e le altre due coppe europee, rispetto a poco fa scegliamo di stare sul compromesso col piano Standard da 40,99€ al mese con disdetta libera, 30,99€ con vincolo di 12 mesi o 299€ in unica soluzione. Infine, Infinity+ aggiunge tutto il resto della Champions, finale inclusa, a 7,99€ mensili o 69€ annui. Totale mensile 53,97€, che scende a più ragionevoli 34,84€ sfruttando i piani annuali.
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Ormai si parla correntemente di "desertificazione bancaria" un processo che vede il continuo disimpegno dei gruppi bancari dai territori.

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La prossima settimana si svolgerà il trittico di fine mese delle aste di titoli di Stato. Gli ultimi appuntamenti di luglio con le emissioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze includono le emissioni di BTP Short – BTP€i e di BOT, oltre all’asta di medio-lungo termine, in calendario rispettivamente il 25, 26 e 27 luglio.

Spostando la lente sul prossimo mese, ecco le date ufficiali delle emissioni di debito pubblico in Italia di agosto 2023, comunicate dal Dipartimento del Tesoro:

  • 10 agosto: Asta BOT
  • 11 agosto: Asta medio-lungo
  • 25 agosto: Asta BTP Short – BTP€i
  • 29 agosto: Asta BOT
  • 30 agosto: Asta medio-lungo
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Un po' sto godendo.

Da martedì, tenetelo a mente se dovete comprare marche da bollo o simili.

Io ho il 117 prefillato sul tastierino del telefono 😂

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A lavoro il mutuo per i locali è aumentato di 800 euro al mese rispetto a prima e contemporaneamente c'è un calo di domanda: abbiamo dovuto aumentare i prezzi di brutto malgrado alcuni fornitori avessero iniziato a diminuire i prezzi.

Aumentare i tassi in continuazione mi pare il modo migliore di sostenere l'inflazione, non diminuirla

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submitted 1 year ago* (last edited 1 year ago) by Lyrolepis@feddit.it to c/finanzapersonale@feddit.it
 
 

Un argomento moderatamente controverso, giusto per cominciare in bellezza :-)

Voi come la vedete riguardo al fondo d'emergenza? L'opinione apparentemente più comune è che, solitamente, sia consigliabile nella misura di 3-6 mesi di spese (ma questo naturalmente cambia a seconda della situazione personale); ma c'è chi sostiene che invece sia da evitare, almeno se uno ha già comunque un portafoglio abbastanza sostanzioso (linko il post di ERN al riguardo, che argomenta in favore di quest'idea in maniera secondo me piuttosto convincente), e c'è chi come me invece pensa che sei mesi siano anzi pochini.

Ora, è ovvio che generalmente a tenere un fondo d'emergenza ci si rimette. Le emergenze non dovrebbero essere troppo comuni (perlomeno se uno non le confonde con le spese previste o prevedibili, che sono un'altra cosa) e mentre, sì, potrebbero capitare quando il mercato è giù possono anche capitare quando il mercato è su (anzi, è più probabile, visto che il mercato va su più spesso di quanto vada giù), quindi in media è più proficuo investire tutto l'investibile e accettare il rischio di dover vendere qualcosa in perdita se capita un'emergenza in un momento sfortunato.

Perchè però io resto comunque dell'idea che un fondo d'emergenza sia consigliabile, e anzi che il suggerimento tipico di "3-6 mesi di spese" sia spesso troppo scarso? Essenzialmente per due ragioni:

  • L'opportunity cost del fondo d'emergenza c'è, ma è spesso sopravvalutato: dopotutto, si tratta di una cifra che resterà fissa o al più crescerà molto lentamente nel tempo, e che sperabilmente è o presto diventerà piccola rispetto al patrimonio investito.

  • Uno dei vantaggi principali di avere un gruzzoletto da parte, e una delle ragioni per cui personalmente cerco di fare un po' di attenzione alla finanza personale, è la flessibilità e la libertà che questo ti offre (è un po' il concetto del "fuck you money", se vogliamo, o perlomeno la sua versione più light del "whatever money").

Ora, gli investimenti a lungo termine offrono flessibilità per il futuro distante, ma al prezzo di incertezza per il presente e il futuro prossimo (questo è inevitabile - se non ci fosse incertezza, non potrebbe esserci sarebbe ritorno atteso); ma quello che il contante invece ti offre è flessibilità per il presente. Tra i lussi che mi permetto, uno di quelli che apprezzo di più è esattamente il sapere che se un giorno decido di fare un cambio rischioso di carriera, o un viaggio non programmato, o roba del genere, lo posso fare senza preoccuparmi troppo di quello che sta facendo il mercato: non ho in programma niente del genere (se l'avessi, starei risparmiando per quello scopo esatto), però il sapere che se lo volessi potrei farlo secondo me vale l'opportunity cost di cui sopra, anche senza considerare il senso di sicurezza che un fondo d'emergenza ti dà rispetto ai capricciotti del mercato.

Voi come la pensate?

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Come da titolo, ho rinnovato sia CIE che passaporto presso il mio consolato di riferimento, avendo vissuto all'estero per gli ultimi anni. Ora che sono rientrato in Italia, mi trovo nell'assurda situazione di non poter aprire un conto con ING Italia perché "il suo documento non è stato rilasciato IN Italia".

Speravo bastasse fosse rilasciato DALL'Italia. Alla fine è quello che conta, no?

Volevo solo condividerlo. Per fortuna ho già un altro conto principale (BBVA) ma avrei gradito averne un secondo (già solo in caso di problemi con la carta, e in più non ho gli assegni con BBVA :( )

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Buongiorno a tutti, seguendo il link potete trovare un foglio di calcolo per facilitare il confronto tra i vari conti deposito, viene aggiornato spesso.

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Da giovedì 15 giugno sono disponibili nell'area personale di Degiro i documenti utili alla dichiarazione dei redditi riferiti al 2022. Come di consueto si possono scaricare il foglio con il fac-simile delle pagine aggiuntive da inserire in dichiarazione dei redditi, e i fogli con le tabelline e i calcoli effettuati per arrivare ai dati finali.

Io ho aperto il conto nel 2022 e quindi questo è il primo anno in cui devo dichiararlo, sapendo degli scivoloni avuti negli anni scorsi spero che questa volta non ci siano sorprese e che sia un "buona la prima". Poi, come penso per molti altri, la mia situazione di investimenti su Degiro è solo acquisto di quote ETF, quindi eventualmente calcoli abbastanza semplici da poter essere controllati manualmente.

Che ne pensate? Avete già scaricato i documenti? Qualche appassionato che si è messo a controllare con rigore i calcoli ha notato quLcosa di strano? PS: Buona dichiarazione dei redditi a tutti!

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Disponibile da oggi la nuova banca del gruppo ISP in cui si opera solo tramite smartphone (anche l'iscrizione si fa direttamente in app) e senza sedi fisiche, una banca improntata al digitale e alle generazioni sempre online e orientata al mercato retail (cioè le persone fisiche senza grandi patrimoni). Nelle parole degli amministratori il modo per "anticipare la minaccia fintech", mentre questa mattina durante la presentazione si è parlato molto di "fintechizzare" (sic) Intesa Sanpaolo tramite isybank. Nella presentazione tante buzzword (ESG, PNRR, trasformazione digitale, inclusività, lavoro ibrido, cloud) e un carosello di soluzioni normalissime presentate come innovazioni all'avanguardia: "grazie al digitale i clienti potranno operare da qualunque parte del mondo e all'orario che preferiscono", "i nostri talenti di IT e business lavorano insieme", "possibilità di lavorare a distanza, sia negli spazi fisici condivisi ma anche nelle stanze virtuali". Ultimo punto che vorrei condividere sono i prezzi dei diversi contratti: piano "lite" gratuito, piano "smart" a 3,90€/mese e piano "prime" a 9,90€/mese, dove il piano più costoso include funzionalità e servizi che personalmente reputo il minimo sindacale per valutare l'apertura di un conto, ma che molti competitor offrono gratuitamente con il conto base. Purtroppo da quel che vedo nessuna possibilità di azzerare i costi dei piani.

Insomma, personalmente vedo questa neonata isybank come un'occasione sprecata per essere, nelle parole dei manager e di chi mastica business, veramente disruptive. Se proprio volete Intesa Sanpaolo, considerate il conto XME completamente gratuito fino a 40 anni con la Carta Giovani Nazionale (gratuito fino ai 35 se non ce l'avete).

Voi cosa ne pensate?

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Ciao e benvenuti su c/finanzapersonale, la comunità di Feddit dedicata alla finanza personale, dove discutere di notizie, chiedere consigli, imparare le basi, condividere approfondimenti, e postare tutto quello che si collega alla gestione delle finanze personali.

La comunità è ovviamente ispirata all'ottimo r/ItaliaPersonalFinance che da anni è uno spazio vivo e arricchente (in tutti i sensi), alla cui qualità ci ispiriamo e aspiriamo. In attesa di creare dei nostri contenuti, post pinnati, sidebar, wiki e quant'altro, per chi avesse bisogno di imparare l'ABC della finanza personale rimandiamo all'ottima wiki di r/ItaliaPersonalFinance.

Buone finanze!